Letterato italiano. Prese parte alla disputa sulla questione
della lingua e pubblicò un
Saggio sulla filosofia delle lingue
(1785). Egli intese la lingua come "interprete del pensamento e ministro del
gusto" e perciò suscettibile di trasformazione nel tempo. Assunse una
posizione di centro tra innovatori del linguaggio e rigoristi intransigenti,
portando la questione su un più elevato piano di comprensione filosofica
e storica. Per tale suo atteggiamento il
C. fu aspramente osteggiato dai
puristi convinti, capeggiati da Carlo Gozzi. Il
C. è anche famoso
per aver tradotto dall'inglese i
Canti di Ossian del Macpherson. Tradusse
anche il
Prometeo di Eschilo (Padova 1730 - Selvazzano, Padova
1808).